Emergenza demografica in corso

Di emergenza demografica ne abbiamo già parlato in passato (leggi Un Paese di vecchi -e pure bigotti-) ma di fatto la situazione continua a peggiorare. Ma con quale grado di intensità e a quale velocità?

Per trovare risposte a queste domande, abbiamo analizzato i dati demografici della popolazione italiana dal 1952 ad oggi, disponibili sul sito dell’ISTAT. Utilizzando questa lunga serie storica, abbiamo sviluppato una piramide dell’età animata per visualizzare in modo tangibile come la struttura demografica italiana sia drasticamente cambiata dal dopoguerra fino ad oggi.

Oltre a questo video abbiamo anche prodotto una dashboard per poter navigare i dati anno per anno.

Ma cos’è una piramide dell’età e come si legge?
La piramide dell’età (o piramide demografica) è uno strumento utilizzato dai demografi per studiare le popolazioni e le loro caratteristiche. In buona sostanza, la piramide dell’età è una rappresentazione grafica che illustra bene come si distribuisce una popolazione rispetto al genere e alle fasce d’età.

Ma perchè viene chiamata piramide dell’età quando la forma è completamente diversa da una piramide? Il punto è che la sua forma dipende dallo stadio di sviluppo demografico del paese considerato.

La teoria della transizione demografica ci dice che tutte le popolazioni al mondo passano attraverso quattro fasi di sviluppo demografico: (1) alta natalità e mortalità, (2) riduzione della mortalità ma alta natalità, (3) diminuzione della natalità e conseguente stazionarietà e infine (4) riduzione della natalità e conseguente situazione di contrazione demografica.

L’Italia dal 1952 ad oggi ha lentamente e inesorabilmente attraversato tutte queste fasi.

Basti pensare che dal 1952 al 2023 l’età media è aumentata da 32 a 46 anni mentre l’età mediana è passata da 29 a 48 anni. [Se non sai cos’è l’età mediana continua a leggere infigures 😁].

In estrema sintesi, tre sono le grandi problematiche che siamo tenuti ad affrontare:

  • La quota di persone anziane è sempre maggiore. Con un forte impatto sul sistema sanitario e su quello pensionistico
  • Nascono sempre meno bambini che rappresentano il futuro di ogni nazione
  • La quota di donne in età fertile nei prossimi anni è destinata a ridursi.

Sulle abitudini sessuali degli italiani

Con una certa regolarità mi imbatto in articoli sulle presunte abitudini sessuali degli italiani. Si fa spesso riferimento ai risultati di sondaggi che hanno come oggetto il numero medio di rapporti, la loro durata o ancora il numero medio di partner.

Nell’ultimo articolo che mi è capitato di leggere viene detto: “Il numero medio di partner intimi che le persone hanno in una vita intera varia tra i 4,3 per le donne e i 6,3 per gli uomini“. Fonte: Centers for Disease Control and Prevention. Anche il CENSIS afferma: “Oggi il numero medio di partner sessuali avuti a quarant’anni è 6, 4 per le donne, 7 per gli uomini.” E puntualmente il leitmotiv si ripropone di sondaggio in sondaggio: gli uomini hanno più partner rispetto alle donne.

Molti di voi non saranno sorpresi nel leggere questi numeri, eppure una situazione del genere è impossibile da un punto di vista matematico. Cerchiamo di analizzare la faccenda in maniera semplice. Supponiamo di avere 10 uomini e 10 donne le cui relazioni eterosessuali sono descritte nel diagramma qui sotto.

In questo diagramma contiamo 15 liaison amoureuse (linee che legano un uomo a una donna). Quindi facendo il numero medio di rapporti per gli uomini otterremo 15/10 e stesso identico calcolo per le donne: le due medie sono uguali. Provate ad aggiungere quante connessioni (linee) volete, complicando il diagramma a dismisura ma sempre otterrete lo stesso numero. Il numero medio di partner per gli uomini deve essere uguale al numero medio di partner per le donne. Il lettore che fosse sorpreso da questa evidenza è invitato a prendere carta e penna e controllare da sé prima di continuare la lettura.

Cinque possibili motivi
Bene, assodato che da un punto di vista matematico le due medie devono essere uguali, possiamo domandarci il motivo per cui in tutti i sondaggi gli uomini sembrano avere molti più rapporti intimi rispetto alle donne. I motivi possono essere diversi. Io ne ho ipotizzati 5 (alcuni più fantasiosi di altri).

Il primo è che il sondaggio presenti qualche problema di campionamento, ovvero che il campione degli intervistati non sia rappresentativo della popolazione. Ad esempio, se il campione fosse sbilanciato tra uomini di una certa età e donne giovani, è evidente che gli uomini maturi abbiano avuto più tempo a disposizione per avere più partner.

Secondo motivo. Il sondaggio riguarda tutti i tipi di rapporti sessuali e non soltanto quelli eterosessuali. In questo caso però la differenza tra le due medie può essere spiegata soltanto da una maggiore concentrazione di rapporti omosessuali tra i ranghi maschili.

Terzo possibile motivo. Essendo un sondaggio condotto su italiani è possibile che i maschietti vantino un maggior numero di performance con le straniere. Insomma d’estate tutti in Romagna a caccia di svedesi.

Quarto motivo, ci incominciamo ad avvicinare al vero. Gli uomini potrebbero interpretare le domande sulla loro vita sessuale in modo diverso rispetto alle donne. Ad esempio, potrebbero includere relazioni brevi o casuali nei loro conteggi di partner, mentre le donne potrebbero escluderle. Un petting (effusioni amorose o semplici preliminari) viene facilmente segnato come gol nel taccuino dei maschietti.

Quinto motivo, il più accreditato, si rifà a pressioni sociali e stereotipi di genere. Gli uomini in generale sentono una certa pressione sociale e sentono di dover dimostrare virilità e successo sessuale. Sono pertanto più propensi a gonfiare il numero di partner. E ricordiamoci che questo genere di sondaggi i numeri sono autodichiarati. Inoltre questo è anche il motivo per cui non ci sorprendiamo più di tanto quando leggiamo i risultati di questi sondaggi.

Altri motivi? Fammi sapere nei commenti.

Considerazioni finali
Di tutto questo, la cosa che mi colpisce maggiormente è da un lato la leggerezza con cui questi risultati vengono riportati e dall’altra la facilità con cui siamo portati a credere a questi numeri. Anche quando sono evidentemente dati impossibili. Il fatto che gli uomini abbiano in media più rapporti sessuali delle donne è in qualche modo in linea con la nostra visione del mondo, e dunque lo consideriamo prima verosimile e poi veritiero. Sul tema verità e verosimiglianza già ci è capitato di parlarne qui su infigures. Un tema molto attuale strettamente legato a quello delle fake news.

Possibili obiezioni
Qualcuno potrebbe obiettare che il discorso regge solamente se il numero di uomini è uguale al numero di donne. Bene, diciamo che in tutti i paesi del mondo la suddivisione tra uomini e donne è pressappoco 50-50. Le differenze sono lievi e variano da paese a paese (ne parleremo presto qui su infigures). In Italia per esempio (considerate tutte le età) secondo le stime ISTAT siamo 58.997.201 abitanti di cui 28.814.832 uomini (48.8%) e 30.182.369 donne (51.2%).

Proviamo a fare i calcoli partendo da questa suddivisione tra uomini e donne (48.8 vs 51.2). Supponiamo inoltre 7 rapporti in media per gli uomini (come da studio CENSIS). In questo caso avremmo un totale di 7 * 28.814.832 rapporti eterosessuali. Per ottenere il numero medio di rapporti per le donne avremo 7 * 28.814.832 / 30.182.369 e dunque 6.7. Esiste pertanto una lieve differenza tra le due medie ma la forbice è molto più stretta rispetto a quanto viene riportato usualmente da questo genere di sondaggi. Inoltre la differenza cui assistiamo è da imputare totalmente alla composizione della popolazione (rapporto uomini e donne) e non certo a differenti abitudini sessuali tra uomini e donne.

Tanto o poco?

Occorre prestare sempre molta attenzione ai numeri “nudi e crudi” ovvero quelli presentati senza alcun contesto. Un esempio? “Il debito pubblico in Italia ammonta a 2.409 miliardi di euro”. La domanda sorge spontanea: è tanto o è poco?

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