A Pasquetta è sempre brutto tempo?

Ogni anno, quando ci avviciniamo a Pasqua sorge sempre la stessa domanda: “che tempo farà a Pasquetta?” E via giù di meme, che la risposta la sappiamo tutti: a pasquetta piove. Sempre. Il lunedì di Pasquetta è la giornata consacrata al maltempo, punto. Fa parte integrante della tradizione pasquale.

Ma qui su infigures siamo abituati ad affrontare le cose in maniera diversa. Cosa dicono davvero i dati? Quello di oggi è un post diverso dal solito. Più da nerd. Ho scritto un codice in R per verificare se davvero a Pasquetta piove sempre. Facciamo un po’ di web scraping sul sito ilmeteo.it. Per chi non lo sapesse, il web scraping è il processo di estrazione automatica di dati da pagine web. Bene, iniziamo.

Anzitutto le librerie necessarie per questo esercizio:

Mi creo un dataframe (lo chiamo per brevità df) con una colonna Anno contenente gli anni cui sono interessato (dal 2006 al 2023), una colonna Pasquetta contenente la data della pasqua +1. Easter è la funzione della libreria timeDate per il calcolo della pasqua a partire dall’anno.

Creo poi una colonna Mese con il nome del mese della pasquetta (mi servirà per poi fare lo scraping su ilmeteo.it, il Giorno del mese e una colonna Meteo inizializzata a NA e che in seguito conterrà la condizione meteo di quel giorno.

Viene ora la parte di web scraping. Di fatto un ciclo for e per ogni riga del dataframe

Ora che abbiamo il nostro bel df facciamo un minimo di pulizia sul testo (togliamo gli spazi in eccesso e mettiamo tutto in minuscolo).

Et voilà, questo è il risultato:

AnnoMeteo lunedì di Pasquetta- RM
2006pioggia debole
2007poco nuvoloso
2008temporale
2009pioggia e schiarite
2010nubi sparse
2011coperto
2012sereno
2013coperto
2014poco nuvoloso
2015poco nuvoloso
2016nubi sparse
2017poco nuvoloso
2018poco nuvoloso
2019pioggia e schiarite
2020nebbia al mattino
2021poco nuvoloso
2022sereno
2023poco nuvoloso

Oppure possiamo sintetizzare l’informazione con questa linea di codice:

Meteo n
poco nuvoloso 7
coperto 2
nubi sparse 2
pioggia e schiarite 2
sereno 2
nebbia al mattino 1
pioggia debole 1
temporale 1

Ohibò, solo due giornate con tempo sereno…

Dubbi, perplessità? Fatemi sapere. Ma questo è solo l’inizio per delle persone curiose. Ad esempio si può modificare il codice per vedere il meteo di Milano o di Napoli. Si può controllare il meteo una settimana prima e una settimana dopo la pasquetta per verificare se ci siano differenze significative. Oppure ancora si potrebbero calcolare altri indicatori come ad esempio la temperatura media.

Provate voi stessi, ho messo a disposizione il codice qui su COLAB.

Emergenza demografica in corso

Di emergenza demografica ne abbiamo già parlato in passato (leggi Un Paese di vecchi -e pure bigotti-) ma di fatto la situazione continua a peggiorare. Ma con quale grado di intensità e a quale velocità?

Per trovare risposte a queste domande, abbiamo analizzato i dati demografici della popolazione italiana dal 1952 ad oggi, disponibili sul sito dell’ISTAT. Utilizzando questa lunga serie storica, abbiamo sviluppato una piramide dell’età animata per visualizzare in modo tangibile come la struttura demografica italiana sia drasticamente cambiata dal dopoguerra fino ad oggi.

Oltre a questo video abbiamo anche prodotto una dashboard per poter navigare i dati anno per anno.

Ma cos’è una piramide dell’età e come si legge?
La piramide dell’età (o piramide demografica) è uno strumento utilizzato dai demografi per studiare le popolazioni e le loro caratteristiche. In buona sostanza, la piramide dell’età è una rappresentazione grafica che illustra bene come si distribuisce una popolazione rispetto al genere e alle fasce d’età.

Ma perchè viene chiamata piramide dell’età quando la forma è completamente diversa da una piramide? Il punto è che la sua forma dipende dallo stadio di sviluppo demografico del paese considerato.

La teoria della transizione demografica ci dice che tutte le popolazioni al mondo passano attraverso quattro fasi di sviluppo demografico: (1) alta natalità e mortalità, (2) riduzione della mortalità ma alta natalità, (3) diminuzione della natalità e conseguente stazionarietà e infine (4) riduzione della natalità e conseguente situazione di contrazione demografica.

L’Italia dal 1952 ad oggi ha lentamente e inesorabilmente attraversato tutte queste fasi.

Basti pensare che dal 1952 al 2023 l’età media è aumentata da 32 a 46 anni mentre l’età mediana è passata da 29 a 48 anni. [Se non sai cos’è l’età mediana continua a leggere infigures 😁].

In estrema sintesi, tre sono le grandi problematiche che siamo tenuti ad affrontare:

  • La quota di persone anziane è sempre maggiore. Con un forte impatto sul sistema sanitario e su quello pensionistico
  • Nascono sempre meno bambini che rappresentano il futuro di ogni nazione
  • La quota di donne in età fertile nei prossimi anni è destinata a ridursi.

Roma si trasforma

È nato Romasitrasforma.it il portale degli interventi di Roma Capitale. Attraverso questo nuovo strumento aperto a tutti è possibile geolocalizzare sulla mappa di Roma le principali opere in fase di progettazione, quelle in cantiere e quelle già concluse.

A nostro avviso un sito ben progettato e ben realizzato nella direzione di trasparenza e opendata.

Il futuro dell’Europa

Stando agli ultimi numeri prodotti da Eurostat la situazione demografica del Vecchio Continente (di nome e di fatto) è piuttosto allarmante. Calano ovunque i tassi di fertilità. I pochi figli che si fanno si fanno sempre più tardi. La popolazione invecchia e si riduce.

Oggi facciamo il punto sui tassi di fertilità. Abbiamo costruito la dashboard seguente per navigare i dati di Eurostat dal 1960 al 2022 (ultimo anno disponibile).

In tutta Europa i tassi di fertilità sono inferiori alla soglia di mantenimento della popolazione ovvero di 2,1 figli per donna.

Nel 2022 il tasso di fertilità in Italia è stato 1.24. Nel 1964 era 2.66.

#noncirestachepiangere

Climate change

Oggi voglio presentarvi una bellissima animazione che illustra il surriscaldamento globale dal 1880 ad oggi.

In particolare questa animazione prodotta dalla NASA mostra le anomalie (variazioni rispetto alla media) mensili della temperatura globale tra il 1880 e il 2022 in gradi Celsius. In bianco e blu vengono indicate le temperature più basse, mentre in arancione e rosso le temperature più calde. I dati sono quelli Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA.

Questo tipo di visualizzazione prende il nome di “spirale climatica” ed è una soluzione grafica ideata dal climatologo Edward Hawkins del National Centre for Atmospheric Science dell’Università di Reading.

Comunicare efficacemente i dati è sempre un sfida. Spesso ci si imbatte in visualizzazioni molto belle dal punto di vista estetico ma che sono difficili da leggere e/o interpretare. In questo caso invece, l’ideatore Edward Hawkins ha saputo trovare la soluzione grafica perfetta. Altro che grafici a torte 3D!

Per approfondire:

Ipse dixit – Piero Angela

Bisogna avere sempre una mente aperta, ma non così aperta che il cervello caschi per terra“. Queste parole di Piero Angela me le ricordo da sempre. Dai tempi di Super Quark. Probabilmente le ho sentite come chiosa finale di una di quelle splendide animazioni di Bruno Bozzetto. Sono parole importanti che tutti dovremmo tenere bene a mente. E sono dannatamente attuali.

L’apertura mentale è essenziale per accogliere nuove idee, informazioni e prospettive, che possono arricchire la nostra comprensione del mondo. Tuttavia, è altrettanto importante mantenere una certa dose di scetticismo e discernimento.

Quando si è troppo aperti, si rischia di accettare acriticamente qualsiasi informazione senza valutarne la validità o la coerenza con altre conoscenze. Questo atteggiamento può portare a credere a idee non supportate dalla evidenza o addirittura a cadere vittima di truffe o inganni.

In un’epoca in cui il complottismo è sempre più diffuso e l’abbondanza di fake news mina le nostre certezze e la nostra fiducia nel mondo e negli altri, le parole dell’immenso Piero Angela si rivestono di un’importanza ancora maggiore.

Benessere Equo e Sostenibile 2024

È stata appena pubblicata la settima edizione della Relazione sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (Bes) 2024.

La relazione BES è curata dalla Direzione Analisi e Ricerca Economico – Finanziaria del Dipartimento del Tesoro (MEF) e descrive l’evoluzione dello stato di benessere del Paese mediante 12 indicatori.

Tra questi indicatori rientrano il reddito disponibile lordo corretto pro-capite nominale, la disuguaglianza del reddito netto (S80/S20), la povertà assoluta, la speranza di vita in buona salute alla nascita, l’eccesso di peso, l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, il tasso di mancata partecipazione al lavoro con relativa scomposizione per genere, l’occupazione relativa delle madri con figli in età pre-scolare, le emissioni di CO2 e l’efficienza della giustizia civile.

In estrema sintesi, qui sotto viene riportato il quadro generale.

Per chi volesse approfondire questo interessante rapporto può scaricarlo qui in formato PDF.

Sulle abitudini sessuali degli italiani

Con una certa regolarità mi imbatto in articoli sulle presunte abitudini sessuali degli italiani. Si fa spesso riferimento ai risultati di sondaggi che hanno come oggetto il numero medio di rapporti, la loro durata o ancora il numero medio di partner.

Nell’ultimo articolo che mi è capitato di leggere viene detto: “Il numero medio di partner intimi che le persone hanno in una vita intera varia tra i 4,3 per le donne e i 6,3 per gli uomini“. Fonte: Centers for Disease Control and Prevention. Anche il CENSIS afferma: “Oggi il numero medio di partner sessuali avuti a quarant’anni è 6, 4 per le donne, 7 per gli uomini.” E puntualmente il leitmotiv si ripropone di sondaggio in sondaggio: gli uomini hanno più partner rispetto alle donne.

Molti di voi non saranno sorpresi nel leggere questi numeri, eppure una situazione del genere è impossibile da un punto di vista matematico. Cerchiamo di analizzare la faccenda in maniera semplice. Supponiamo di avere 10 uomini e 10 donne le cui relazioni eterosessuali sono descritte nel diagramma qui sotto.

In questo diagramma contiamo 15 liaison amoureuse (linee che legano un uomo a una donna). Quindi facendo il numero medio di rapporti per gli uomini otterremo 15/10 e stesso identico calcolo per le donne: le due medie sono uguali. Provate ad aggiungere quante connessioni (linee) volete, complicando il diagramma a dismisura ma sempre otterrete lo stesso numero. Il numero medio di partner per gli uomini deve essere uguale al numero medio di partner per le donne. Il lettore che fosse sorpreso da questa evidenza è invitato a prendere carta e penna e controllare da sé prima di continuare la lettura.

Cinque possibili motivi
Bene, assodato che da un punto di vista matematico le due medie devono essere uguali, possiamo domandarci il motivo per cui in tutti i sondaggi gli uomini sembrano avere molti più rapporti intimi rispetto alle donne. I motivi possono essere diversi. Io ne ho ipotizzati 5 (alcuni più fantasiosi di altri).

Il primo è che il sondaggio presenti qualche problema di campionamento, ovvero che il campione degli intervistati non sia rappresentativo della popolazione. Ad esempio, se il campione fosse sbilanciato tra uomini di una certa età e donne giovani, è evidente che gli uomini maturi abbiano avuto più tempo a disposizione per avere più partner.

Secondo motivo. Il sondaggio riguarda tutti i tipi di rapporti sessuali e non soltanto quelli eterosessuali. In questo caso però la differenza tra le due medie può essere spiegata soltanto da una maggiore concentrazione di rapporti omosessuali tra i ranghi maschili.

Terzo possibile motivo. Essendo un sondaggio condotto su italiani è possibile che i maschietti vantino un maggior numero di performance con le straniere. Insomma d’estate tutti in Romagna a caccia di svedesi.

Quarto motivo, ci incominciamo ad avvicinare al vero. Gli uomini potrebbero interpretare le domande sulla loro vita sessuale in modo diverso rispetto alle donne. Ad esempio, potrebbero includere relazioni brevi o casuali nei loro conteggi di partner, mentre le donne potrebbero escluderle. Un petting (effusioni amorose o semplici preliminari) viene facilmente segnato come gol nel taccuino dei maschietti.

Quinto motivo, il più accreditato, si rifà a pressioni sociali e stereotipi di genere. Gli uomini in generale sentono una certa pressione sociale e sentono di dover dimostrare virilità e successo sessuale. Sono pertanto più propensi a gonfiare il numero di partner. E ricordiamoci che questo genere di sondaggi i numeri sono autodichiarati. Inoltre questo è anche il motivo per cui non ci sorprendiamo più di tanto quando leggiamo i risultati di questi sondaggi.

Altri motivi? Fammi sapere nei commenti.

Considerazioni finali
Di tutto questo, la cosa che mi colpisce maggiormente è da un lato la leggerezza con cui questi risultati vengono riportati e dall’altra la facilità con cui siamo portati a credere a questi numeri. Anche quando sono evidentemente dati impossibili. Il fatto che gli uomini abbiano in media più rapporti sessuali delle donne è in qualche modo in linea con la nostra visione del mondo, e dunque lo consideriamo prima verosimile e poi veritiero. Sul tema verità e verosimiglianza già ci è capitato di parlarne qui su infigures. Un tema molto attuale strettamente legato a quello delle fake news.

Possibili obiezioni
Qualcuno potrebbe obiettare che il discorso regge solamente se il numero di uomini è uguale al numero di donne. Bene, diciamo che in tutti i paesi del mondo la suddivisione tra uomini e donne è pressappoco 50-50. Le differenze sono lievi e variano da paese a paese (ne parleremo presto qui su infigures). In Italia per esempio (considerate tutte le età) secondo le stime ISTAT siamo 58.997.201 abitanti di cui 28.814.832 uomini (48.8%) e 30.182.369 donne (51.2%).

Proviamo a fare i calcoli partendo da questa suddivisione tra uomini e donne (48.8 vs 51.2). Supponiamo inoltre 7 rapporti in media per gli uomini (come da studio CENSIS). In questo caso avremmo un totale di 7 * 28.814.832 rapporti eterosessuali. Per ottenere il numero medio di rapporti per le donne avremo 7 * 28.814.832 / 30.182.369 e dunque 6.7. Esiste pertanto una lieve differenza tra le due medie ma la forbice è molto più stretta rispetto a quanto viene riportato usualmente da questo genere di sondaggi. Inoltre la differenza cui assistiamo è da imputare totalmente alla composizione della popolazione (rapporto uomini e donne) e non certo a differenti abitudini sessuali tra uomini e donne.

Quanto eravamo belli…

Ve lo ricordate quanto eravamo belli nel 2020? A sbloccarci qualche ricordo, oggi ci aiuta google trends il servizio che mette a disposizione tutti i dati relative alle ricerche sul motore di ricerca per eccellenza. Ecco cosa abbiamo cercato nel 2020 a partire da “Come fare…”

Eravamo bellissimi. Tutti lì così occupati a sopravvivere. Cercavamo su google il modo di fare il pane, la pasta, come fare le mascherine per non doverle comprare. Giocavamo come dei piccoli alchimisti cercando di produrre in casa il lievito madre. Il lievito di birra the new pietra filosofale.

“Papà, papà, ok il pane fatto in casa ma io ho anche sete…”
“Ok google: come si fa il limoncello?”

Oddio ho bisogno del green pass ⇒ devo scaricare IO ⇒ mi serve lo spid!
Oddio, mi sento strano, come si fa il tampone?

Che tempi quelli. E noi potremo dire ai nostri nipoti di esserci stati, di esserci battuti come leoni nelle lunghe ore di fila ai supermercati.

E oggi? Come siamo cambiati, come siamo invecchiati nel frattempo? Cosa andiamo a cercare per il web?

Siamo negli anni 20 del Terzo Millennio e c’è chi ancora non sa fare uno screenshot (#1 e #8). Partiamo male.

Smaniamo dalla voglia di sapere come si fanno i soldi (#2), e pure velocemente (#24)! Perseguitati dall’incubo dello SPID (#3, 5 e 12), cerchiamo un modo per fare il passaporto (#6 e 7), possibilmente online (#16 e 18). Verosimilmente per espatriare. Mi raccomando la destinazione il più remota possibile!

Qualcuno invece che con l’aereo cerca di allontanarsi in treno (#20 e 25). Probabilmente si tratta di qualcuno in ristrettezze economiche perché qualcun altro che doveva fargli il bonifico non ha trovato risposte esaurienti su google (#11). Insomma, tutto ruota intorno ai soldi, (isee #9) e allora proviamo a cambiare lavoro ma prima c’è da fare il curriculum vitae, oddio come si fa (#14)?

Ultima spiaggia il dropshipping (#21). Il dropshipping, ci rendiamo conto!? E allora siamo davvero alla frutta, ci meritiamo davvero l’estinzione. A rifletterci bene, dovremmo un po’ tutti andare a cagare! Ma qualcuno sembrerebbe non saper neanche più come si fa… #10